Raduno CAN D

In questa settimana hanno partecipato al raduno Can D, nella consueta location di Sportilia, il quartetto amaranto composto dal fischietto rosa Maria Sole Ferrieri Caputi e dal tridente di bandierine formato da Stefano Berria, Domenico Castro e Maicol Cinotti. Oltre a loro va ricordata la presenza come componente nella commissione di Giorgio Niccolai.

La commissione ha voluto subito evidenziare che la prestazione atletica in rapporto alla forma fisica risulta imprescindibile nell’arbitraggio moderno in quanto l’arbitro e l’assistente devono essere dei veri e propri atleti. Per tali motivi, i Componenti del modulo biomedico ed atletico del Settore Tecnico, utilizzano strumenti di analisi multidisciplinare della forma fisica mettendo in relazione l’indice di massa corporea (BMI) con i risultati dei test atletici.

Questo metodo è stato introdotto per dare la possibilità alla Commissione di monitorare la performance atletica in quanto il peso influenza considerevolmente la prestazione durante la gara. Inoltre, come prevenzione per gli infortuni, è consigliabile un adeguato rapporto tra massa corporea ed altezza. Pertanto, per ogni arbitro ed assistente, è stato calcolato il peso, l’altezza e l’indice di massa corporea (BMI).

Al termine di ogni raduno, i dati così ottenuti, per ciascun atleta, vengono inseriti in schede di rilevazione in modo da poter monitorare e confrontare, durante l’intera Stagione sportiva, l’andamento dello status fisico degli sportivi. La prestazione atletica dell’arbitro e dell’assistente, durante la direzione di una gara, può dipendere da diversi fattori quali l’idoneità fisica, lo sviluppo della fatica e lo standard della competizione.

Poiché la forma fisica aerobica è correlata alla prestazione, come conseguenza dell’aumento delle esigenze fisiche, nelle competizioni sportive c’è un chiaro bisogno di un adeguato livello di performance degli assistenti e degli arbitri durante la gara.

I lavori in aula per gli arbitri, invece, sono iniziati con la correzione dei video quiz svolti dai ragazzi la sera precedente sulla gravità del fallo di giuoco e sul DOGSO.

Altro momento importante di didattica è stato il posizionamento statico e dinamico affrontato da Domenico Celi: solo se si è in una buona posizione sul campo si ha la possibilità di vedere il fallo e di valutarlo. Per il buon esito della prestazione è necessario scendere preparati in campo conoscendo le squadre. A tal fine, in tarda serata, la Commissione ha messo a disposizione dell’intero organico una serie di tavole statistiche che prendono in considerazione l’aspetto disciplinare e tecnico delle squadre spiegate da Emilio Ostinelli. Considerando che gli arbitri si troveranno ad affrontare un campionato difficile per la presenza di diverse squadre blasonate, tale strumento risulta di fondamentale importanza.

 

Inoltre, grazie al sistema “Wyscout” già utilizzato lo scorso anno, la Commissione riesce a fare didattica ad altissimo livello. L’Organo Tecnico seleziona le gare tra quelle che hanno copertura televisiva; in seguito la partita viene inviata agli arbitri e questi ultimi rinviano le clip alla Commissione a cui segue l’interfaccia tra l’Organo Tecnico e l’arbitro al di fuori di logiche di voto. Nel selezionare le clip l’arbitro deve lavorare sul singolo evento, ma anche su situazioni strutturali come il caso in cui il calciatore commetta più falli durante il corso della partita o faccia mobbing. A fine stagione si avrà un archivio che servirà per la crescita dell’intera squadra arbitrale.

L’obiettivo è quello di ottimizzare la crescita sviluppando la sensibilità autocritica. Spesso l’arbitro tende a giustificare l’errore, quando invece bisognerebbe cercare e trovare la soluzione per non ripeterlo più.

Lo stesso progetto è stato esteso anche alla classe di osservatori. Così facendo l’arbitro si trova con due visionature, quella dell’osservatore in tribuna e quella dell’osservatore a casa, che compiono la stessa match analysis dell’arbitro estrapolando le clip più importanti. Queste vengono inviate alla Commissione per essere discusse non solo con l’osservatore, ma anche e soprattutto con l’arbitro, incrementandone pertanto la crescita.

Con gli strumenti e le modalità di lavoro utilizzate dalla Commissione guidata da Matteo Trefoloni, si riesce a fornire all’arbitro una formazione completa, uniforme e a tutto tondo, che gli permette di scendere preparato sul terreno di giuoco.