Visita CRA Toscana
Appartenenza, orgoglio, forza mentale, conoscenza di se stessi ma anche dei punti di forza e di debolezza su cui lavorare fino all’ultimo giorno di carriera. Ecco cosa significa essere arbitro per Vittorio Bini, Presidente del Comitato Regionale Arbitri della Toscana.
La prima tappa scelta dall’organo tecnico regionale per svolgere le visite nelle sezioni toscane è proprio Livorno. La sezione amaranto, con il Presidente labronico Alessio Simola a fare gli onori di casa, ha ospitato oltre a Vittorio Bini , anche il designatore degli assistenti, Riccardo Corti, ed il Coordinatore tecnico, Marco Landucci. Il responsabile degli assistenti si è rivolto alla platea esortandola a non vedere la figura dell’ assistente come un ripiego. Corti ha ricordato che nel calcio moderno questo ruolo sarà sempre più determinante sugli esiti delle singole partite, giorno dopo giorno.
Successivamente ha preso la parola Bini, il quale ha subito sottolineato le caratteristiche imprescindibili che i suoi ragazzi devono possedere per arbitrare al giorno d’oggi nelle categorie regionali e nazionali: ovvero la preparazione atletica, la conoscenza del regolamento e il saper leggere l’andamento della gara.
Per esporre questi tre aspetti è stata svolta una disamina dettagliata riguardante l’approccio alla partita ( che parte dal momento della designazione ad inizio settimana) fino all’ultimo atto consistente nella compilazione del rapporto di gara, passando chiaramente per i 90’ di gara. Ecco che tutte queste voci sommate assieme permettono di ottenere una grande prestazione.
Fondamentale quindi è la conoscenza delle squadre, delle loro tattiche, dei giocatori più carismatici e della gara che si andrà a dirigere.
Da curare nel dettaglio anche i preliminari del match: puntualità nell’orario d’arrivo al campo, rispetto nei confronti dei dirigenti, scelta cromatica delle divise ed infine il riscaldamento, il quale deve essere finalizzato alla gara.
Poi, con l’ausilio di svariati filmati didattici delle gare di Eccellenza dei fischietti di punta toscani, sono state analizzate molte situazioni avvenute sul terreno di gioco: proteste, mass confontation, simulazioni, gestione delle panchine ( che spesso si rivelano termometro della partita), falli di mano e gravi fallo di gioco. Non è certo venuta meno l’analisi riguardante i criteri fondamentali per la valutazione delle promettenti azioni di gioco e delle negazioni di evidenti opportunità di segnatura, arrivando a soffermarsi sugli elementi di carattere comportamentale e modalità di rapportarsi con i calciatori.
Per ognuno di questi aspetti sono stati dispensati consigli per prevenire eventi inaspettati ed essere il più possibile efficaci in queste occasioni. Il tutto finalizzato alla salvaguardia del gioco, rendendolo il più spettacolare possibile, riducendo interventi scomposti e perdite di tempo. Da prestare attenzione anche allo spostamento sul terreno di gioco, al body language e alla notifica dei cartellini; tutto con l’obiettivo di risultare maggiormente credibili.
Detto ciò, il vertice del movimento arbitrale toscano, lancia un ammonimento: non basta prestare attenzione a tutto ciò per fare strada. Dobbiamo sognare per andare lontano. Quel che resta da fare è decidere se è realmente questo ciò che volgiamo fare. Quindi, Voglio o Devo? Mentre “Dovere “significa obbligo, noi al contrario, dobbiamo essere accompagnarti dalla parola “VOGLIO”.
Volere significa motivazione, slancio, energia, impulso e cuore, tutti ingredienti che faranno sembrare possibile l’irraggiungibile.
L.M.